Ricami d’oro. La filigrana di Campo Ligure
Campo Ligure è tra i borghi più belli d’Italia e rientra nel Parco Naturale del Beigua, GeoPark Unesco. Il Medioevo ha lasciato qui le sue tracce nella sentinella di pietra, il Castello Spinola che con la sua cinta muraria esagonale e la svettante torre sembra vigilare sulla vallata. Sempre alla famiglia Spinola si deve l’edificazione del magnifico palazzo, dalla facciata interamente affrescata, che adorna piazza Vittorio Emanuele II, il cuore del borgo. Qui si affaccia anche la Chiesa della Natività di Maria Vergine che conserva una tela di Bernardo Strozzi, considerato tra i più importanti e prolifici artisti del barocco italiano.
L’arte della filigrana, il magico intreccio di sottilissimi fili d’oro e d’argento, nasce in Medio Oriente ed è conosciuta già dagli etruschi, ma è con le Crociate che approda a Genova dove eccelle a partire dall’Ottocento grazie all’opera di Antonio Oliveri che a Campo Ligure apre una bottega destinata a fare scuola in tutta Italia. Ancora oggi gli artigiani di Campo Ligure lavorano la filigrana con gli stessi strumenti e tecniche antiche per produrre gioielli eleganti e senza tempo.
Una pausa nel borgo è necessaria per assaggiare la "revzöra", una focaccia con farina di mais; in autunno da non perdere la "bazzurra" una zuppa preparata con latte e castagne.
Val Fontanabuona: nero ardesia, rosso damasco
Dall’entroterra ponentino ci spostiamo a levante in Val Fontanabuona, un paesaggio appenninico, verde e lussureggiante, che abbraccia il Golfo Paradiso, il promontorio di Portofino e parte del Golfo del Tigullio. Numerosi i percorsi naturalistici che si diramano nella vallata e che conducono al mare con scorci mozzafiato.
La Val Fontanabuona è conosciuta come la valle dell’ardesia, la nera e lucida pietra, resistente e al tempo stesso duttile, utilizzata per la copertura dei tetti liguri e per rifiniture di pregio, ma anche come la terra degli avi di Cristoforo Colombo e come crocevia delle più antiche Vie del Sale.
In Val Fontanabuona si trova Lorsica, tipico borgo dell’entroterra, ma unico per la sua produzione di damaschi, lampassi e broccatelli, ancora oggi intessuti a mano su antichi telai del Cinquecento, gli stessi telai che producevano le vesti e i tessuti d’arredo ordinati dalle maggiori corti europee del Rinascimento. La produzione tessile manuale si affianca all’utilizzo di macchinari sofisticati per mantenere la stessa qualità e far fronte alla richiesta di questi preziosi tessuti da ogni parte del mondo, in particolare New York.
Un mare di velluto a Zoagli
Da Lorsica si torna verso la Riviera di Levante, con le sue perle: Portofino e Santa Margherita. Passando attraverso Rapallo, con il suo golfo a mezzaluna, si raggiunge Zoagli, antichissimo insediamento preromano, famosa per le sue seterie.
La passeggiata a mare, con deliziose spiaggette incastonate tra le rocce, non ha nulla da invidiare ai percorsi delle Cinque Terre. In estate si gioca in acque limpide con le onde che si infrangono nelle calette, piccole insenature sabbiose, oppure ci si immerge a 9 metri di profondità per salutare la Madonna del Mare, scultura sommersa realizzata dall’artista Marian Hastianatte.
In tutte le altre stagioni gli amanti dell’avventura e delle storie di pirati possono fare l’itinerario delle Torri, erette nel Cinquecento per proteggere Zoagli dagli assalti del leggendario pirata Dragut. Per esplorare la verdeggiante collina di Zoagli e le sue piccole frazioni arroccate, il percorso più completo è quello detto dei “Cinque Campanili”, tra strette creuse, antiche mulattiere e sentieri naturalistici.
Zoagli è celebre per la produzione di velluto, ancora tessuto a mano con “navette” e spole su antichi telai. La sua lucentezza lo rende unico al mondo ed è stato immortalato nelle tele del celebre pittore fiammingo Van Dyck, ritrattista d’elezione delle più raffinate corti europee del Cinquecento.
La sedia di Chiavari, la più leggera al mondo
Da Zoagli procedendo lungo la costa si incontra Chiavari. Sebbene sia l’ottava città per estensione della Liguria e centro nevralgico del Tigullio per i commerci, riesce a mantiene ancora molte caratteristiche del borgo marinaro.
Mare, ma anche una rigogliosa natura e una forte persistenza delle tradizioni, soprattutto nell’artigianato locale la cui punta di diamante è la Sedia di Chiavari.
Le caratteristiche che la rendono unica da quando nell’Ottocento fu creata dal genovese Giuseppe Gaetano Descalzi, detto il Campanino, sono la robustezza e incredibile leggerezza. Nonostante la struttura sia interamente realizzata in legni pregiati, quali ciliegio e faggio, e la seduta sapientemente intrecciata con fili di canna d’india, la sedia di Chiavari si solleva con un dito. Anche il disegno elegante di questa sedia ha contribuito al suo successo che continua a crescere anche oltre oceano.