La via dell’ardesia, la via dell’acqua e la via dell’argento, sono tre guide che individuano altrettanti itinerari legati al territorio e ai suoi mestieri
Quattro passi fuori porta”, è un progetto Rotary Club Golfo di Genova che individua sei percorsi nell’entroterra genovese. Le prime tre guide sono presentate ( altre tre sono in preparazione) presso al Regione Liguria dal presidente Rotary Club Golfo di Genova Mauro La Luce e dalla curatrice del progetto Anna Maria Parodi e da Maria Linda Falcidieno, direttore Dipartimento Dsa Scuola Politecnica dell’Università di Genova, sono : La via dell’Ardesia, la via dell’acqua e la via dell’argento.
“La via dell’Ardesia” (Lavagna e la Fontanabuona , Cicagna Ecomuseo dell’ardesia) racconta i sentieri delle valli che scendevano su Lavagna percorsi dalle donne “lavagnine”- a piedi nudi, tenendo in equilibrio sul capo le pesanti lastre di pietra destinate all’imbarco sulle navi.
“La via dell’Acqua” comprende ‘’acquedotto della val Bisagno da Prato al Porto Antico, filtri, ponti e sifoni. E’ l’acquedotto che approvvigiona la città di Genova, un libro aperto sulla storia della città. Il percorso passa attraverso tracce storiche – romane e poi medievali- per seguire poi il tracciato odierno del sistema idrico cittadino.
“La via dell’Argento” (Campoligure, la lavorazione e il museo della filigrana Carlo Bosio, ) ruota attorno alla lavorazione della filigrana. Una tecnica artistica, di origine orientale, portata in Italia dagli etruschi che consiste nel sapiente intreccio di sottilissimi fili d’oro e d’argento, interamente lavorati a mano a formare preziosi arabeschi. Oggi il maggior centro produttivo di questa antica tecnica è Campo Ligure dove gli artigiani restano gli unici detentori di un antico sapere tramandato solo per via orale e dove Il civico Museo della filigrana Pietro Carlo Bosio”rappresenta il principale centro europeo di documentazione sulla filigrana.
Le guide si propongono quindi di individuare alcuni percorsi, pedonali o automobilistici, attraverso i quali raggiungere le località dell’entroterra genovese e visitare impianti di lavorazione, musei, fabbriche, laboratori artigiani, manufatti architettonici ancora esistenti e unire quindi la conoscenza del territorio e dell’ambiente naturale a quella di attività che in passato avevano avuto grande importanza nell’economia locale.