Sagre di primavera

La primavera è la stagione ideale per stare all'aria aperta e gustare i prodotti tipici della gastronomia ligure durante le tantissime sagre

Sagre di primavera

La primavera non ci regala solo giornate miti e prati fioriti, non ci delude neanche dal punto di vista gastronomico con le molte sagre organizzate in tutta la Liguria. Si sceglie questo periodo proprio perché è il migliore per stare all’aria aperta. Ultimamente non siamo stati molto fortunati: le piogge non ci vogliono proprio lasciare in pace ma siamo fiduciosi per un maggio riscaldato dal sole. Incominciamo questo tour delle sagre: il 1 maggio i lavoratori possono concedersi una pausa con la classica gita fuori 
porta, come già per i precedenti ponti, il pic-nic è una delle scelte più gettonate. Immancabili in ogni cestino che si rispetti sono le fave con il salame, e sono, infatti, i protagonisti di molte sagre: quelle del primo maggio a Mignanego e a Bogliasco e nel week end del 3-4 maggio a Cogoleto. Mignanego è una frazione in provincia di Genova che ogni anno organizza la “Basanata del 1° maggio” sul campo sportivo di Paveto mentre Bogliasco ospita gli amanti di questi due prodotti nella località di San Bernardo. Ad accompagnare le fave e il salame anche i formaggi e altri prodotti tipici come il pesto e dolci locali. A Cogoleto si inizia il sabato sera con la cena e la domenica anche a pranzo con l’aggiunta delle focaccette. Tanti gli stand gastronomici e il pomeriggio la mostra degli asini: i più piccoli possono montare gli asinelli di Sciarborasca per un breve ma divertente giretto.

Domenica 11 maggio ci spostiamo a Camogli per una delle sagre più famose non solo in Liguria ma anche fuori: la “Sagra del Pesce”. Anni di fama testimoniati dal vissuto e ormai immancabile padellone esposto in un caruggio che per l’occasione farà saltare per aria un ottimo fritto misto: tra le 20 e le 30 mila porzioni. Ecco perché serve un padellone come quello di Camogli da ben 26 quintali. Armatevi di tanta pazienza perché la coda è inevitabile ma non demordete perché il croccante dei pesci freschi sotto ai denti è di un buono… Chi proprio non sopporta la coda può saltarla recandosi, la sera del venerdì, in passeggiata presso i tanti stand. Il sabato è il momento della processione: le confraternite con le loro classiche cappe e i lunghi mantelli, portano i grandi e pesanti Cristi lignei fino alla Basilica attraverso gli impervi e stretti vicoli. Il romanticismo di Camogli viene “acceso” nel pomeriggio con i falò di San Fortunato sulla spiaggia e con i fuochi d’artificio che colorano il cielo fino a tarda serata. È in questa domenica che, senza sosta, dalla mattina alla sera, volontari e pescatori offrono il pescato del giorno alla fiumana di turisti e visitatori pronti a ricevere, avvolta dalla carta, la tanto attesa frittura. Bughe, sugarelli, acciughe e sarde, saragotti e altri piccoli pesciolini fanno il loro suggestivo arrivo nel porticciolo la mattina ignari del destino che li attende. Camogli è una cittadina di pescatori ma anche di artigiani tra cui Claudio Panfilo con la sua bottega Robe di cuoio, accumunati dall’amore che mettono nel loro lavoro: città di mare e di persone che con passione portano avanti da generazione in generazione attività di famiglia. 

Nel week-end successivo si può scegliere tra la festa del “Salto dell’acciuga” e la “Sagra del Limone”.  La prima si svolge nello storico centro di Laigueglia e vede nuovamente il pesce come prodotto in primo piano: non un pesce qualsiasi ma il “pan do ma”. Così i liguri chiamavano l’acciuga perché per molti secoli ha rappresentato uno degli alimenti più tipici dei nostri avi: appunto il “pane del mare”.  Tipica non solo delle ricette liguri ma anche di quelle piemontesi: prime fra tutte la “bagna cauda”. Il caratteristico borgo di Laigueglia circondato dalle colline e con un fantastico litorale sabbioso è proprio il punto d’incontro delle diverse cucine, ognuna con i suoi piatti tradizionali e con i suoi prodotti: quella ligure e quella piemontese. Due giornate, 17 e 18 maggio, con un comun denominatore: l’acciuga. Protagonista sia delle degustazioni sia delle letture, delle mostre fotografiche, dei concerti e delle dimostrazioni degli antichi mestieri. Con la “Sagra del limone” ci si sposta nel Parco patrimonio dell’Unesco, quello delle Cinque Terre, precisamente a Monterosso. Un inebriante e acre aroma ci inebrierà per tutta la giornata di sabato 17 maggio. A emanare questo profumo inconfondibile è il limone di Monterosso. Tutta la popolazione partecipa addobbando con le varianti più originali di questo agrume ogni angolo.


Anche i negozi danno libero sfogo a una creatività “tinta” di giallo per aggiudicarsi il premio della decorazione più bella. Monterosso solare: il giallo dei limoni domina tutti i banchetti e i prodotti proposti, dal limoncino alla crema di limone, dalla marmellata alla torta. “Qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l’odore dei limoni”, sono le parole di Montale, affezionato a questi paesaggi, fonte di ispirazione per le sue poesie. Proprio dalla casa del poeta cominciano gli “8000 passi al profumo di limone” un percorso che, tra scorci mozzafiato e pause golose, ci porta alla scoperta di un tradizionale limoneto. Durante questi “8000 passi” si scoprono anche le botteghe artigiane: quelle della ceramica come la Fabbrica D'arte Monterosso presente dal 1996 e quelle dell’arte fotografica come Fioravanti Fotografie che riporta in vita le emozioni di questi paesaggi magici. Nel pomeriggio la festa si conclude con le premiazioni: alla vetrina che sfoggia la migliore coreografia e al limone più grosso.